Dall’intervento a cuore aperto alla maratona di New York hot
L’INTERVENTO A CUORE APERTO; MARZO 2022
Era il 3 marzo 2022, Ospedale San Raffaele di Milano; intervento di rivascolarizzazione miocardica chirurgica mediante quadruplice bypass coronarico. Non avevo ancora compiuto 50 anni.
La vita che cambia. La vita che però va avanti, la vita che deve sempre andare avanti. La vita che ti sorprende, sempre, in modi imprevisti per i quali non ci si sente mai preparati.
Subito dopo l’intervento, già durante le prime ore in terapia intensiva, capii come la prima reazione a quello che mi stava succedendo sarebbe poi stata determinante per l’inizio del resto della mia nuova vita. Da sportivo agonista, con decine e decine di maratone corse in carriera (quasi tutte corse sotto le tre ore), la primissima cosa che avvertii in quei primi istanti fu come una sensazione di enorme perdita, come quando viene a mancare una persona cara, sensazione che conoscevo bene in quanto da poco avevo perso mio padre. Un senso di vuoto, una parte di te che se ne va.
Cercai subito di farmi forza e di scacciare via i pensieri negativi, fu un momento molto difficile, quello in cui iniziavo a prendere coscienza che la mia vita non sarebbe stata più la stessa.
IL PERIODO DI RIABILITAZIONE
Con il passare dei giorni, durante il mio ricovero presso l’ospedale CTO di Milano per il periodo di riabilitazione, grazie anche al supporto psicologico messomi a disposizione dal servizio sanitario pubblico, iniziai a lavorare molto su me stesso, su quello che avvertivo dentro di me in quel momento, sulle mie emozioni e sul dolore che provavo. Inizia ad abbracciare quel dolore che sentivo dentro di me e ad accettare quello che mi era appena accaduto. Mi sentii subito più leggero, tornai a guardare al futuro con ritrovato ottimismo, e anche con un atteggiamento di sfida (caro domani, non mi fai paura, ti farò vedere di che cosa sono capace).
Da lì in avanti iniziai ad allenarmi per tornare a sentirmi sempre più forte, per tentare di tornare ad essere un’atleta, un uomo che vive di sport a 360 gradi. Volevo a tutti costi sentirmi di nuovo vivo.
Avevo ancora lo sterno fratturato e le ferite del drenaggio che si facevano sentire, che già nella testa mi stavo ponendo nuove sfide, nuovi traguardi da raggiungere. Un passo alla volta pensavo, centimetro dopo centimetro, sempre guardando avanti e mai indietro; Pensavo: “sarà una lunga strada da percorrere, ma sono un maratoneta, questa cosa non mi può mica spaventare”.
Nella vita non ho mai mollato, non mi sono mai arreso, anche davanti alle sconfitte e alle ingiustizie subite. Mi sono sempre rialzato più forte di prima, non mi sono mai piegato di fronte a niente e a nessuno. Arrendersi non fa parte del mio DNA.
Certo non tutti i giorni sono stati positivi… ho attraversato anche diversi momenti difficili, ricordo notti insonni passate con dolori che non avevo mai sperimentato prima, e turbamenti in testa di varia natura. In questi momenti devi essere forte, lo devi essere per forza, ma devi anche saper chiedere aiuto a qualcuno e non devi aver paura di mostrare le tue fragilità a chi ti vuole bene. Non puoi pensare di farcela sempre da solo, non funziona così.
Durante quei 30 giorni di ospedale non mi fu possibile incontrare nessun parente, compresa la mia compagna. I protocolli Covid di allora erano rigidissimi, specie per i reparti di cardiologia dove erano tassativamente vietati gli incontri parentali. Grazie al telefono ho sempre avvertito l’affetto e la vicinanza delle persone che mi vogliono bene, i loro messaggi e le loro chiamate hanno significato molto per me e mi hanno aiutato a non sentirmi mai solo. E poi ho sempre lavorato, non ho mai smesso di fare il Coach e di seguire tutti i miei ragazzi, di fare consulenza e programmazione. Questo rimettermi subito al lavoro mi ha aiutato tantissimo.
Dal mio diario durante la degenza al CTO di Milano:
“20 marzo 2022
Stamattina 3 km di cammino avanti e indietro nel corridoio del reparto (lungo 30 metri), poi 30 min di esercizi con gli elastici per braccia e gambe. In attesa del “timballo di pasta” scrivo un po’, così da far passare il tempo.
Sono motivato, mi sento molto determinato. Ho voglia di tornare ad essere un’ Atleta, di correre e di respirare quella che per è la Vita. Ogni giorno lavoro per migliorare, ogni giorno mi alzo dal letto con quella voglia di vivere, di allenarmi e di allenare gli altri che ho sempre avuto e che avrò per sempre. La strada sarà lunga, diciamo pure che sarà un’ ultramaratona, ma alla fine taglierò anche questo traguardo.”
RITORNARE A CORRERE
In questi ultimi 19 mesi ho lavorato tanto per essere quello che sono oggi. Ricordo, una volta dimesso dall’ospedale, le mie prime camminate lungo il naviglio della Martesana, che via via diventavano sempre più lunghe (alla fine lunghissime!); E poi i miei primi 2 piegamenti al parco, fu davvero un grande traguardo per me! A giugno dello scorso anno ripresi anche ad andare in palestra, ormai lo sterno era guarito e non sentivo più nessun dolore. Rimisi su peso, dai 58 kg raggiunti durante il periodo post operatorio arrivai a 65-66 kg, che è tutt’ora il mio peso (sono alto 172 cm). Migliorai velocemente forza e resistenza, sentivo che giorno dopo giorno diventavo sempre più efficiente, e anche veloce. Test dopo test i miglioramenti furono costanti, l’intervento mi aveva restituito la mia vita.
Ricordo bene le mie prime corsette, quelle di solo un paio di minuti… Poi le prime uscite di corsa vera, con i primi km corsi ad impegno facile facile sotto i 110 bpm. Che emozione tornare a scaricare nuovamente gli allenamenti dal mio dispositivo GPS! Pain is temporary, Strava is forever!
Tutti i controlli eseguiti in questi mesi sono andati bene, quello di quest’anno penso sia stato uno dei migliori test da sforzo che abbia mai svolto negli ultimi 10 anni di carriera agonistica. Preciso una cosa, anche se non dovrebbe essercene bisogno: Ho sempre seguito le terapie farmacologiche e durante tutto questo percorso mi sono sempre confrontato con medici e cardiologi. Ho lavorato tanto, tantissimo, ma sono sempre stato attento a tutto quanto, non ho mai trascurato nulla. Nessun medico mi ha mai detto di correre la Maratona! Quella di correre la Maratona è stata esclusivamente una mia decisione, della quale mi sono sempre assunto tutte le responsabilità.
Nel mese di agosto del 2022, durante il mio corso di Running a Livigno, a termine della mia presentazione che, guarda “caso”, trattava come argomento la Motivazione, feci una promessa a tutti i partecipanti, e anche a me stesso. Promisi che avrei corso la Maratona di New York del 2023. Lo dissi con grande trasporto, mi emozionai, anche perché non lo avevo ancora detto nessuno, nemmeno alla mia compagna. Sono un uomo di parola, le promesse hanno un peso per me, e vanno sempre mantenute.
Lorenza, la mia compagna, è stata per me una grande fonte di ispirazione, la persona che più di tutte mi è stata vicina e che ha reso possibile la realizzazione di questo grande sogno. Senza di Lei non sarei mai riuscito a correre nuovamente una maratona.
ESTATE 2023: INFORTUNIO AL TENDINE D’ACHILLE
Un infortunio al tendine di Achille mi aveva costretto a non correre nei mesi di luglio, agosto e in parte anche a settembre, fu un vero peccato perché in quel momento sentivo di aver raggiunto un’ottima condizione atletica. Nonostante l’infortunio non mi sono mai perso d’animo e ho sempre lavorato per mantenere una buona efficienza aerobica: workout di forza e resistenza in palestra, lunghe sedute in sella alla bici e poi via sull’ellittica per fare sempre più fiato. In quel periodo credo di aver consumato almeno un paio di spin bike della palestra. Contemporaneamente all’allenamento seguivo tutte le terapie che mi erano state indicate per recuperare dall’infortunio al tendine. Anche quando andavo in giro per Milano zoppicando non ci fu un solo giorno in cui ebbi dei dubbi sulla mia partecipazione alla maratona di New York.
MARATONA DI NEW YORK: NOVEMBRE 2023
L’ultima volta che presi parte alla maratona di New York fu nel lontano 2006. Non fu la mia prima maratona di New York, quella d’esordio nella grande mela risaliva all’anno prima. Altri tempi ragazzi! Oggi non si parte più tutti insieme, ma ci sono ben 5 wave! C’è chi parte presto alle 9:10 e chi circa tre ore più tardi con l’ultima onda. Nel grande spazio dove ci si ritrova tutti quanti al mattino molto presto, a Staten Island, per i podisti più nervosi l’organizzazione mette a disposizione un servizio di dog therapy. È la prima volta che vedo una cosa del genere alla partenza di una Gara.
Tante cose sono cambiate in questi 17 anni, ma soprattutto sono cambiato io. Un tempo qui correvo a 4’ al km circa, l’ultima volta tagliai il traguardo in Central Park in 2h49’ e nonostante il passo ricordo bene di essermi goduto appieno la Gara, di aver corso tutti i km con un nodo in gola. Il mio obiettivo quest’anno sarà arrivare in fondo e godermi al massimo tutte le emozioni che esploderanno dentro di me.
Nonostante molti cambiamenti quello che però è rimasto invariato è il clima che si respira prima, durante e quando arrivi al traguardo al Central Park. Le emozioni a NY non si esauriscono il giorno della Gara, la Maratona prosegue anche nei giorni successivi. Le persone che incroci per la strada ti sorridono e si congratulano con te, per quello che hai fatto. Come capiscono che il giorno prima avevi corso la Maratona? Semplice! Dalla medaglia che orgogliosamente ostenti! A ragion del vero non servirebbe nemmeno un riconoscimento appeso al collo, per individuare i maratoneti sarebbe sufficiente osservare le persone quando “tentano” di scendere una rampa di scale.
Maratona chiusa in 3h56’. Gioia infinita! Emozionante come la prima volta? Forse questa volta lo è stato anche di più. Mi sento bene, nessun problema di nessun tipo (a parte le gambe distrutte ovviamente).
PENSIERI ALLA FINE DEL VIAGGIO
Se penso a quello che sono riuscito a fare in questi ultimi 19 mesi ancora non ci credo. Ricordo ancora il risveglio in terapia intensiva con un tubo infilato dentro alla trachea! Ricordo ancora l’amorevole cura delle infermiere del San Raffaele ma anche il dolore al momento del distacco dei tubi del drenaggio, cazzo che male! E poi ricordo le decine di tamponi che mi vennero fatti durante il ricovero, il mio naso chiedeva pietà.
Ricordo la prima cena dopo l’intervento, non più a letto ma seduto al tavolo. E poi le fughe lungo i corridoi con tutti i macchinari attaccati e i placcaggi degli infermieri che ho fatto disperare. Scalpitavo dalla voglia di iniziare la riabilitazione!
Ricordo tutti i record abbattuti durante le sedute di riabilitazione, lo stupore dei fisioterapisti di fronte alle mie performance atletiche. In una palestra cardiologica a pedalare, tutti i giorni, sulla cyclette con indosso la canottiera del Kenya.
Ricordo la prima volta in cui ho respirato l’aria dopo un mese di ospedale. Le prime camminate lungo la Martesana, che spettacolo! E poi le rampe di scale di casa che, giorno dopo giorno, sembravano diventar sempre più leggere. Ricordo prima dell’intervento le diverse pause che dovevo fare per arrivare alla porta.
E poi la mia prima corsa; 11 maggio 2022, 1 km corso in 6’20”. Che gioia immensa!
Ricordo tutti gli allenamenti di corsa con i miei ragazzi della palestra di Ceresio7, che da Crossfitters ho trasformato in maratoneti! Un gruppo di ragazzi eccezionali, che si sono affidati a me per realizzare il loro obiettivo di correre la Maratona di New York e che per me sono stati uno stimolo fortissimo. È anche grazie a loro se sono tornato a correre una maratona.
Ricordo l’infortunio al tendine che mi ha tenuto fermo dalla corsa per molte settimane. Tutti gli allenamenti in palestra, le sedute di 30 km sulla speen bike seguiti dai 100 minuti sull’ellittica. La ripresa degli allenamenti, di nuovo iniziando con poco e poi rischiando qualcosina, visto che a quel punto, ormai, mancavano solo poche settimane alla Maratona.
Ricordo la partenza della maratona di New York sul ponte di Verrazzano. The Star-Spangled Banner cantata prima dello start, e poi il colpo di cannone e via! Che emozione trovarsi lì.
Ricordo il passaggio alla mezza maratona in 1h49’ con l’amico di sempre Pasqualino, la stessa persona con cui corsi 17 anni fa sempre su queste strade. E non era una cosa pianificata…
Ricordo il passaggio al 33 km sotto le 3 ore, da qui la consapevolezza che sarei arrivato alla fine stando sotto le 4 ore.
Ricordo l’arrivo in Central Park, che mi sono gustato camminando sulla linea del traguardo solamente per vivere ancora più intensamente quel momento. Era un attimo solamente mio, è stato indimenticabile.
Avevo corso 42195 metri. Poco più di un anno fa l’operazione di bypass. Ora la felicità, la coronazione di un sogno.
Durante la preparazione, così come durante tutta la Gara, a livello cardio sono sempre stato benissimo. Ho sempre corso in grande controllo dello sforzo, mai avuta una sola crisi.
Non ho fatto nulla di straordinario, ho semplicemente realizzato un mio sogno.
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio in ordine sparso:
Lorenza per essermi sempre stata vicino
La mia famiglia e i miei amici di sempre (Caluf, Mario e Max).
Tutti i miei ragazzi di Running4you, che sono centinaia e che continuano a voler bene al loro Coach
Il gruppo Running di Ceresio7: Edo, Tia, Francesco, Beppe, Riky, Rossy, Gianpi, Jasco, Cheick e Pasquale
La mia cardiologa Simona (mi ha salvato la vita) e suo marito Maurizio
La mia fisiatra Elena e tutto l’ospedale Edoardo Bassini!
Il San Raffaele e tutto il personale del reparto di cardiologia
L’equipe del Prof. Alessandro Castiglioni. Ottimo lavoro!
Chi mi ha ricucito per aver avuto cura dei miei vecchi tatuaggi
Il Gaetano Pini-CTO di Bignami. Le Dott.sse, gli infermieri, i fisioterapisti e le logopediste
La Dott.ssa Barbara Chignoli per il suo preziosissimo aiuto.
Il mio grande cuore, che non muore mai.