Le braccia…queste sconosciute

Mo_Bekele_Gebre

Quando si corre a piedi anche le braccia sono importati, quasi quanto le gambe, ma moltissimi podisti non se ne rendono conto. Usandole in modo corretto è possibile sia correre più velocemente (velocità e mezzofondo) che economizzare i consumi energetici (fondista).

Il corretto movimento delle braccia.

Il movimento delle braccia ha prima di tutto una funzione di bilanciamento. L’oscillazione è involontaria e fa sì che il braccio destro si muova in sincrono con la gamba sinistra, e il braccio sinistro con la gamba destra. Questa azione meccanica riduce al minimo lo squilibrio del corpo, in un senso o nell'altro, e così l’apparato muscolare è in grado di correggerlo più agevolmente. L’oscillazione delle braccia ha inoltre il compito di mantenere il baricentro del corpo attorno alla propria posizione di equilibrio, affinché l’organismo possa spendere meno energia possibile per correre.  A regolare le contrazioni dei muscoli incaricati del movimento è il cervelletto, che presiede al mantenimento dell’equilibrio e alla coordinazione dei movimenti muscolari. Se il cervelletto subisce lesioni, può manifestarsi il disturbo dell’atassia (dal greco ataxiā, disordine), che consistente nella progressiva perdita della coordinazione muscolare.

In una corretta azione delle braccia in movimento, i gomiti devono restare vicini (non aderenti) al busto e vanno fatti oscillare avanti e indietro, in coordinazione con le gambe. Tra il braccio e l’avambraccio si forma così un angolo di 90°, che tende a chiudersi quando le braccia sono portate in avanti, e ad aprirsi quando vengono portate all’indietro. Non sono le spalle a muoversi ma, come detto, sono gli angoli dei gomiti che si aprono e chiudono.

Non tutti i campioni però…

Detto questo bisogna però evidenziare come molti atleti, anche di livello internazionale, utilizzino le braccia in corsa in modo totalmente diverso da quelli che sono i canoni di una corretta tecnica di corsa, ma ciononostante questi atleti sono in grado di vincere e di stabilire record, vedi la primatista mondiale di maratona, la britannica Paula Radcliffe (2h15’25”) e la Keniota Priscah Jeptoo, o la formidabile “locomotiva umana” Emil Zátopek (1922 – 2000).

Kenya e Etiopia

Osservate l’azione di corsa di un’atleta Keniota e vedrete come l’utilizzo delle braccia sia spesso molto limitato e l’angolo dei loro gomiti molto stretto. Questo accade perché questi corridori Africani hanno un baricentro molto alto con spinte dei piedi a terra che producono ampie falcate. La loro corsa è molto naturale e poco tecnica, specie nei giovani corridori kenioti che iniziano la loro carriera professionistica correndo subito gare di fondo. Geoffrey Kiprono Mutai è tra i corridori Kalenjin quello che nella gara di maratona mette in mostra la migliore tecnica.

I corridori Etiopi, rispetto ai loro vicini di casa, corrono utilizzando le braccia in modo diverso, questo per via delle loro caratteristiche fisiche, molto differenti da quelle degli atleti del Kenya. Sono essi atleti brevilinei, con baricentro basso ed un azione di corsa circolare e impostata sulla frequenza. Le braccia accompagnano i movimenti di spinta e vengono spesso tenute anche più basse del solito. Se volete ammirare la miglior azione di corsa al mondo potete guardare una gara di Kenenisa Bekele Beyecha (Primatista mondiale sui 5000 e 10000m). Kenenisa ha debuttato a Parigi in Maratona solo qualche settimana fa, vincendo la gara con uno strepitoso 2h05’03”.

Come migliorare l’azione delle braccia.

Molto utili sono tutta una serie di esercizi propedeutici, come ad esempio simulare, stando fermi sul posto, l’azione delle braccia in corsa, anche tenendo tra le mani due pesetti da 1-2 kg. Si parte quindi da una posizione eretta con bacino leggermente portato in avanti, con le spalle che rimangono basse e rilassate e le braccia che si muovono in modo alternato, facendo riferimento a quanto descritto nel primo paragrafo (Il corretto movimento delle braccia). Terminata la fase di simulazione da fermi è bene dapprima incominciare a camminare e successivamente iniziare a correre, sempre ponendo la massima attenzione al corretto movimento delle braccia. Anche nello svolgere le classiche andature tecniche di corsa, come lo skip, la corsa calciata e quella balzata, le braccia dovranno sempre partecipare attivamente ed accompagnare in modo ritmico i movimenti di spinta dei piedi a terra. Nei miei stage dedico sempre molto tempo alla tecnica di corsa, perché ritengo sia questo uno degli aspetti più trascurati (purtroppo) dal podista amatore. 

Per chi usa poco gli arti superiori in corsa e vuole imparare a “sentire” le braccia nell'azione di spinta, può provare a correre brevi tratti di 80-100metri con le braccia incrociate al petto. Fatelo, e poi correte lo stesso tratto utilizzando le braccia. Vi accorgerete subito quanto importante sia utilizzarle.

 

kenya etiopia

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