Boston, un anno dopo. Per non dimenticare.

15/04/2013
"Un gesto vergognoso, vile, inutile e senza motivo. Un infame gesto di violenza che ancora una volta ha colpito i più deboli, gli indifesi, gli innocenti, chi si trovava lì in prossimità dell’arrivo solo per partecipare ad una festa sportiva.
Gente di cuore che si trovava lì solo per applaudire i maratoneti alla fine della loro lunga fatica, bianchi o neri che fossero, i cattolici come i mussulmani, i ricchi come i poveri, tutti. Lo sport azzera le differenze e nella fatica di una maratona ci si stringe sempre tutti come in una grande famiglia. Vigliacchi.
I Bambini, i più deboli e indifesi. Figli piccoli che aspettavano orgogliosi l’arrivo dei loro papà con i quali poi avrebbero avuto una medaglia da festeggiare. Bastardi.
Il presidente Obama ha evitato di usare la parola “terrorismo” ed è stato molto prudente, ricordando che “non abbiamo ancora risposte, non sappiamo chi lo ha fatto e perché”.
Non esiste un perché, non esisterà mai un perché. Infami.
La vita va avanti, deve andare avanti, la vita è come la lunga Corsa di Maratona. Retorica forse, ma è spesso la retorica l’unica cosa ad essere vera e in questo momento non viene da scrivere altro.
Un abbraccio forte a tutte le persone colpite da questo vergognoso e vile gesto di follia."
Andrea Gornati
In memoria di Martin Richard (8 anni), Zhou Danling (20 anni) e Krystle Campbell (29 anni)